I matti gatti panteschi

I matti gatti panteschi

“Ma io non voglio andare fra i matti, — osservò Alice. — Oh non ne puoi fare a meno, — disse il Gatto, — qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta. — Come sai che io sia matta? — domandò Alice. — Tu sei matta, — disse il Gatto, — altrimenti non saresti venuta qui.”

Lewis Carroll

A Pantelleria i gatti la fanno da padrone.

Non dappertutto, a onor del vero.

Ma ci sono contrade dove sono davvero tanti.

I gatti panteschi sono un poco testardi e ostinati, ma tendenzialmente sono educati e poco invadenti.

Loro si limitano a presidiare i luoghi abitati e scelgono il dammuso di loro pertinenza a seconda della generosità degli abitanti.

Non si avvicinano né si fanno avvicinare.

Rarissimi i gatti “canosi”.

Sanno esattamente qual è l’ora prescelta dal generoso ospite per l’offerta del cibo e puntuali, come le metro giapponesi, si avvicinano guardinghi.

Se sei distratto o occupato a fare altro la loro presenza si fa a mano a mano sempre più insistente.

Fino a che, i tre o quattro, di tua pertinenza non ti si palesano davanti come una squadretta di “bravi” in stile manzoniano a reclamare ciò che per “diritto acquisito” gli appartiene.

Finito il desinare si volatilizzano.

Se li cerchi, con ogni probabilità, li trovi rannicchiati in minuscole zone d’ombra, capaci anche di stare l’uno sull’altro.

Li dove vi sono sparute abitazioni anche la densità demografica gattesca diminuisce.

Diciamo che nei luoghi più sperduti dell’isola potrebbe non esserci neanche un gatto o al più un felino che, sporadicamente, fa visite durante scorribande con amici a ricerca di femmine e bisboccia.

Ma la cosa che più mi sorprende e mi piace di questo universo “antropo gattizzato” è che tra i nostri ospiti è come se si creasse una staffetta, chi lascia casa lascia anche del cibo per i gatti, in una catena che si interrompe solo a fine stagione.

Quando i furfanti tornano a riversarsi nei paesi e nelle contrade oppure, i meno pigri, si rimettono a caccia.

La stagione successiva, se ti rechi nello stesso dammuso li ritrovi a volte un po’ smagriti, sicuramente affamati e con una impeccabile memoria rispetto ai tuoi orari e movimenti.

E se dobbiamo rifarci all’incipit di questo post, se siamo qui, su questa isola, siamo tutti un poco matti.

Anche e, soprattutto, i suoi gatti.

Foto di Giovanni Matta

 
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