Abbiamo tanti punti di incontro: al porto di Pantelleria, a Scauri, a Bukkuram.
Tanti quanti sono gli incroci, gli angoli, le chiese, le piazzette o gli slarghi di questa isola.
Mandiamo al cliente la posizione e li, per la prima volta ci conosciamo, dopo innumerevoli scambi di email e telefonate per stabilire il come e il quando.
Poi ci sono i clienti abituali, quelli a cui basta dire ci vediamo al Dammuso che così vi consegniamo le chiavi.
Ma è soltanto la più banale delle scuse per rivedersi e salutarsi, guardarsi negli occhi e fermarsi, talvolta, quando il tempo tra un arrivo ed una partenza ce lo consente, per bere un sorso di vino insieme e raccontarsi reciprocamente cosa è successo durante l’anno che ci ha visti lontani.
É così che abbiamo visto famiglie trasformarsi, cambiare, evolversi.
É così che abbiamo conosciuto compagni di vita nuovi e figli cresciuti di numerosi centimetri e di ampiezza di vedute.
É stata sempre e lo sarà ancora una festa quel ritrovarsi e ripromettersi una serata, in tutta calma, durante la quale raccontarsi e raccontare che cosa è cambiato e cosa ci ha cambiati.
Io porto da bere e noi mettiamo il cibo o viceversa.
Ma è magia, alla luce calda di una lampada, attorno alla quale le falene fanno a gara rispetto a non si sa cosa, ridere e sapere che anche per quest’anno l’appuntamento fissato è stato rispettato.
Poi sono calici e sguardi che si incontrano.
Il resto lo ha fatto Pantelleria.
Foto di Giovanni Matta