L’origano di Pantelleria

L’origano di Pantelleria

Lo trovi lì, aggrappato, nascosto a fare da decoro a certi muretti a secco.
Rami odorosi e minuscole foglioline ovali.
Lo avverti nell’aria prim’ancora di vederlo.
Poi cominci a annusare come un “cane da tartufo” e giri attorno a te stesso fino a che il fiuto o la vista di minuscoli fiorellini bianchi o rosa non fanno sì che lo riconosci, erba tra le erbe, aroma divino, il meraviglioso origano di Pantelleria.

È uno dei tanti sapori che questa isola regala durante le sue primavere assolate.
Spunta rigoglioso nei mesi di maggio e di giugno, si fa strada con tenacia.
Tutto è tenacia, volontà, spirito di adattamento a Pantelleria.
Piante, fusti, erbe medicamentose, l’umidità prodigiosa che sostituisce una pioggia che sarebbe una manna ma che si fa attendere più dei traghetti al molo.

L’origano di Pantelleria ha caratteristiche molto differenti dai fratelli che si incontrano su altri terreni mediterranei: ha un aroma molto delicato con una punta di eucaliptolo, carezza i cibi, non ne modifica la natura, ma aggiunge quel pizzico di qualità che rendono un piatto ancora più appetitoso al palato.
È digeribilissimo, ricco di nutrienti e antiossidante.

Il poterne assaporare l’aroma corrisponde, come sempre accade a Pantelleria, alla fatica di uomini e donne che lo raccolgono, piegati a ridosso della pietra lavica che lo protegge.
Una volta collocati i rami in grandi sacchi di iuta lo si porta in casa o in azienda.
Lo si monda dei fiori e si può mettere ad essiccare (in un luogo in penombra per circa 15 giorni) con tutti i rami, così da poterne fare mazzi che sono un tripudio di profumo e sapore oppure dopo averlo ripulito si staccano soltanto le piccole foglie ovali da potere essere contenute in piccoli barattoli di vetro o, come fanno tante signore di Pantelleria, raccolti in sacchetti di plastica sigillati, sempre, da un fiocco colorato.

Assieme ai capperi è l’altro delicato regalo, tra i preferiti da chi trascorre una vacanza sull’isola, da portare ad amici e parenti.
Un pensiero che profuma, un omaggio al gusto.

Foto di Claudia Picciotto

 
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