Pantelleria è femmina

Pantelleria è femmina

Pantelleria è FEMMINA.
Sfido chiunque a sostenere il contrario.
In primo luogo è un’isola, sostantivo femminile.
Altrimenti detta Cossira (gr. Κοσσύρα, lat. Cossyra) e anche in questo caso il nome è al femminile.
Poeticamente chiamata anche la “Perla Nera” o la “Venere Nera”.
Insomma, la tesi può essere confutabile ma le apparenze lasciano pensare che se volessimo attribuire un’identità sessuale a questa terra tutto ci indurrebbe a immaginarla femmina.
D’altronde quando la gente dell’isola parla di questa minuscola porzione di mondo la chiama “IDDA”, che nella lingua siciliana significa letteralmente “LEI”.

Al di là delle mie speculazioni, più o meno serie, sembra davvero che l’isola venga così percepita.
Ma è ben chiaro dove io oggi voglia andare a parare.
Oggi è l’otto marzo, un giorno diventato simbolo e ricorrenza, data che dovrebbe “festeggiare” le donne.
Io ne estenderei il significato: mi piacerebbe che fosse un giorno in cui si possa celebrare, ricordare e proteggere “il femminile”, nella sua accezione più ampia.
Non solo come identità di genere ma come espressione di cultura, modo di pensare e atteggiamento rivolto alla vita.

La donna è (ma non sempre e non è il suo unico attributo) “generatrice”.
Alle donne è stata data la “facoltà” di procreare.
Estendo ancora una volta il concetto e elimino il prefisso “pro” e mantengo, custodisco e esalto la capacità creativa del mondo femminile.

Ma proseguo per step.
Su questa pagina difficilmente è stato dato spazio a tematiche di ordine politico o sociale.
Abbiamo sempre ritenuto che non fosse il luogo adatto per questo genere di informazioni o speculazioni.
Abbiamo dato voce a tematiche ambientali per il semplice fatto che Pantelleria, da questo punto di vista, ha un patrimonio unico che merita di essere valorizzato e protetto.
Dopodiché, da quando esiste questa paginai, ci siamo concessi il “lusso” di commemorare SEMPRE questa giornata.

Così anche quest’anno mi accingo a farlo.
Lo faccio con un senso di responsabilità maggiore a causa delle violenze perpetrate, in questi anni, ai danni delle donne.
Tragedie che dovrebbero indurre noi tutti a una riflessione più profonda e intima.
E mi soffermo a dedicare questo “spazio”, intriso di parole, al “femminile” mortificato, offeso e ucciso ogni giorno.
Vorrei che questo breve scritto entrasse a far parte di quel coro unico di chi si dissocia dagli abusi, dalle prepotenze e dalle violenze che molte donne, in tutto il mondo, ancora oggi subiscono.
Vorrei che questa voce, l’insieme di questi fonemi, non restasse ISOLATO.
Ma che fosse “canto”, contemporaneamente espressione di amore e dissenso, che si leva unico.
Un concerto a più voci, che all’unisono si alzi, da ogni luogo della terra e che risuoni alto e invincibile.
Direttore di questo coro, la “nostra” isola.
Pantelleria.

 
Tags
 
 
 

I commenti sono chiusi.