Pantelleria, il fascino dell’isola che si rabbuia: magia, capricci e poesia al tempo del maestrale

Pantelleria, il fascino dell’isola che si rabbuia: magia, capricci e poesia al tempo del maestrale

Poi una mattina ti svegli e la trovi incazzata nera.
Chi?
Pantelleria.
La guardi e lei ti volta le spalle, scontrosa.
Se LE chiedi che ha non rispondee sbuffa.

Il cielo è grigio, ogni tanto qualche nuvola si apre e penetra uno spiraglio di sole.
Ma sono fessure di luce.
Momenti in cui ti illude che fra un po’ le sarà passato il malumore.

Il maestrale fa lo sborone e fuori fa davvero freschetto.
Abbiamo avuto 28 gradi fino a due giorni fa e adesso la camicia a maniche lunghe sventola un po’ troppo.
Ma non ci si può piegare così ai capricci di un’Isola.
Io la felpa non la metto, fosse anche per dispetto (RIMA).

Quanto è bella quando si rabbuia.
Diventa magica e poetica.
Racconta i suoi momenti più sinceri, decide di non essere accattivante a tutti i costi.
Si può essere belli e ombrosi.
Questo è il suo fascino.

 
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