Punta Li Marsi, chi è stato a Pantelleria la conosce.
Chi non c’è stato si è perso qualcosa.
Ma chi vuol andarci fa sempre in tempo.
È a sud est dell’isola, un piccolo faro la illumina di notte, ma io consiglio vivamente di andarci di giorno.
Per troppe ragioni che dovrete scoprire da soli.
Esiste un accesso al mare decisamente praticabile e poi l’accesso per quelli che, come diciamo noi a Palermo in dialetto “se la fidano” (n.d.r. sono capaci).
Io “non me la fido”.
E non chiedetemi perché a Palermo usiamo questa locuzione perché davvero non ci arrivo.
E non chiedetemi nemmeno perché “non me la fido”
Ovviamente, l’ingresso più impervio è più bello e solitario, diciamo che è paradiso.
Ieri eravamo in tre e un migliaio di pesci proprio sotto costa. Un mare blu “sicurezza”, perché esiste anche il blu scuro, che qualcuno trova inquietante, e il piccolo faro bianco sopra le nostre teste.
Se nei giorni precedenti c’è stato maestrale si formano delle pozze di acqua trasparente dove immergersi, soprattutto, dopo un bagno nell’acqua fredda e rigenerante e’ piacevole e confortante.
Per raggiungere la postazione di “quelli che se la fidano” io, personalmente, devo fare tre giorni di squatting e uno di meditazione trascendentale per approdare allo scoglio sul quale mi posizionerò.
Ma dovete tenere a mente che io sono la “blogger disadattata” e quanto ad equilibrio e propriocezione, evidentemente, difetto.
Una cosa è certa, il mio ambiente naturale non è la terra ma l’acqua, infatti, tuffatami e indossata la maschera, che l’acqua sia -2 o a temperatura perfetta, ritorno in perfetto equilibrio e nuoto nuoto nuoto.
Mantenendomi prossima alla costa faccio incursioni nel blu profondo per poi addentrarmi nelle numerose calette che si susseguono.
È uno spettacolo che le parole sono anche inutili. Quando comincio ad esplorare la mia mente si svuota di qualsiasi pensiero e diventa solo osservazione, inseguimento di banchi di pesci, sguisciare tra gli scogli affioranti e DISAPPANNARE la maschera.
Se dovessi descrivere la sensazione che provo direi che, per me, è come approdare, ogni volta su un pianeta sconosciuto.
Ovviamente, quando esco dall’acqua ho perso la sensibilità di buona parte delle dita delle mani ma, soprattutto, ho perso la nozione del tempo.
Cosa che per me ha del miracoloso.
Foto di Carlotta Maffeo