Pantelleria in inverno è un mondo a parte.
È come se quest’isola avesse molteplici facce.
Io ne ho individuate tre: il volto estivo fatto prevalentemente di mare e vita sociale (anche se per i panteschi il mondo sull’isola è alla rovescia, nella fattispecie, in estate niente mare e tanto duro lavoro), i più ardimentosi osano fare trekking anche quando le temperature sono oltre i trenta gradi (ma a costoro va un premio speciale per il coraggio e la tenuta fisica e psichica): poi esiste la faccia “di sbieco “ delle mezze stagioni quella che ti consente di spaziare tra mare e montagna a seconda dei capricci della meteorologia e dei venti: in ultimo, cito l’aspetto invernale di questo luogo che riesce a conservare e a spendere fascino e bellezza anche in inverno.
Chi conosce Pantelleria sa già quanto sia incredibile avere contezza che in agosto l’isola è piena di turisti ma, di converso, avere la sensazione (per strada, nel giardino del proprio dammuso o nella caletta distante da tutto e da tutti) che ci si trovi in un luogo lontano dalla folla e dal resto del mondo.
In inverno, quando questa terra si spoglia di tutti i viaggiatori, l’isola diventa ciò che è nella sua profonda essenza e che somiglia molto, per chi ha visitato Pantelleria solo in estate, all’atmosfera che si respira nei suoi piccoli villaggi dell’interno.
Luoghi nei quali il tempo sembra essere arrivato in un punto preciso oltre il quale non è mai andato.
Siba’ è l’unico villaggio montano, su un costone di Montagna Grande, questo luogo lontano da qualsiasi contaminazione è il figlio prediletto di un tempo che purtroppo abbiamo perduto chissà dove e chissà quando.
Il suo nome deriva dall’arabo sabah e significa “mattino”, i residenti sono CENTOCINQUANTANOVE, il che vuol dire che se il prossimo anno mi trasferisco li facciamo numero pari.
Ma al di là delle facili battute, questo luogo ha la bellezza di una stella alpina (a 73 chilometri dalla Tunisia).
Poi Khamma, Tracino e Bugeber sono i villaggi collinari e ciascuno di questi ha la sua peculiarità e il suo incanto.
Sono luoghi in cui la gente ha deciso di RESTARE.
E vale la pena di visitarli, che sia estate o inverno.
Ma sappiate che se lo farete nella stagione fredda mentre il vento freddo spira forte, nelle vostre orecchie risuonerà l’indimenticabile ritornello del “Pinocchio” di Comencini.
Mentre nel vento un filo d’erba insegue l’altro.
Foto di Giovanni Matta
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