Da serie TV dipendente a contemplativa: come Pantelleria trasforma il tempo libero in un’esperienza sensoriale

Da serie TV dipendente a contemplativa: come Pantelleria trasforma il tempo libero in un’esperienza sensoriale

Tendenzialmente io sono una serie tv dipendente.
Almeno, questo è, quando sono a Palermo.
Lavorando da remoto e da casa la tentazione di farmi “annichilire” dall’episodio successivo dell’ennesima serie mi tende trappole alle quali cedo volentieri.

A Pantelleria tutto cambia.
In primo luogo perché il mio “remoto” diventa “presente e prossimo”, poi sono costretta a percorrere l’isola in lungo e in largo a piedi, in auto e se potessi anche in moto non fosse che mi è stato severamente l’ultima volta sono riuscita a cadere da ferma.

Così nei momenti di sedentarietà trovo che lo spettacolo migliore cui io possa assistere è quello su cui si affaccia il mio Dammuso.
Il più delle volte lascio il silenzio come unico sottofondo, ma in questi casi accade sovente che mi si ingarbuglino i pensieri e la mia mente si “contorca” in ragionamenti.
Così idee e fantasie diventano tutte da “pettinare”nel tentativo sciogliere nodi e matasse.

Allora, quando voglio davvero riposarmi, al più metto, della musica come sottofondo o, meglio ancora, qualche podcast che rapisca la mia inesauribile curiosità

Ho scritto tutto questo perché mi auguro che chi può permettersi il lusso di non portare il pc a Pantelleria o chi è capace di stare lontano dal proprio cellulare trascorra il proprio tempo del riposo nell’osservazione di ciò che gli accade intorno.
A qualcuno potrà sembrare che il “quadro” sia immobile ma se saprete osservare bene noterete che ogni cosa è in movimento.

Che sia la cima di una palma, il sole che cala, la fila di formiche che fa incetta di cibo, la lucertola che si nasconde alla vostra vista o il fluire libero dei vostri pensieri.
Niente è fermo a Pantelleria fuorché la “ducchena” su cui stendo le mie gambe a fine giornata.

 
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