Eudaimonia e gusto: un viaggio tra le delizie di Pantelleria
“Noi abbiamo bisogno del piacere per potere sopravvivere”, lo dice Morten Kringelbach, docente di Oxford e direttore del Centro per l’Eudaimonia.
Il termine EUDAIMONIA proviene dal greco antico e significa, nella sua accezione più generale “benessere”
È stata materia di studio dei Presocratici e Aristotele e continua fino ad oggi ad essere oggetto di attenzioni da parte della filosofia contemporanea.
Banalmente, io approfitto di un termine che ha viaggiato per i secoli per condurvi dentro una “benefica” passeggiata all’interno della nostra immaginazione e del nostro senso del gusto.
L’isola di Pantelleria offre “succulenti” spunti di interesse anche da questo punto di vista.
Pantelleria: Un’Avventura Dolce tra Tradizione e Benessere
Il primo tra i piaceri del gusto tra le meraviglie di Pantelleria comincia dall’uva e dal frutto della vite ad alberello.
La prima cosa che mi viene in mente è il tiepido settembre inoltrato, dopo che l’uva ha raccolto tutto il calore dell’estate rovente pantesca, essa diventa un dolce a tutti gli effetti: il Sole ha compiuto il suo lavoro più nobile trasformandola in uva passa.
Da fresco grappolo di zibibbo la natura ci ha donato un dolce al naturale.
È forse da questo elemento naturale così squisito che si è sviluppata la passione dei panteschi per i dolci e la fantasia che porta oggi l’isola a vantare diverse delizie da merenda o dopo pasto.
Dallo Zibibbo al Bacio pantesco: scoprendo i piaceri della ucina di Pantelleria
Il secondo tra i piaceri del gusto di Pantelleria ci porta fino al principe dei dolci panteschdell’isola: il bacio pantesco.
Non si conosce bene l’origine di questo dolce ma, considerato che abbiamo trovato gli stessi ferri dei baci in un suk marocchino, anche per il bacio l’origine sembra riferirsi al Maghreb, dal quale Pantelleria dista pochi chilometri.
Il Bacio di Pantelleria è un dolce perfetto, è croccante grazie alle due cialde “che si baciano”, è dolce in base a come lo si preferisce, perché lo zucchero si può dosare “a gusto” nella crema di ricotta, ha la scorza di limone nella crema che non lo rende stucchevole e, infine nella sua semplicità è bellissimo ed elegante.
Pantelleria in dolcezza: un percorso tra storia e sapori
Terzo tra i piaceri del gusto di Pantelleria, in questa saga della glicemia “felice” e in salsa pantesca, sono i Mustaccioli.
Questi ultimi, di chiarissima origine araba, sono ben più difficili da reperire vista la laboriosità nel crearli. Sono dei biscotti secchi ripieni di un impasto fatto cuocere con semola di cous cous, miele, mandorle, sesamo e spezie. Poche donne ormai detengono il segreto dei Mustaccioli che, oltre ad essere buonissimi, sono anche incredibilmente belli, lavorati come un centrino all’uncinetto usando forbicine, lamette e stuzzicadenti.
Ogni contrada dell’isola ha la sua esperta e ha anche i suoi decori, vere meraviglie di intaglio e di gusto.
La pasta bianca che ricopre i mustaccioli è sottilissima e ne serve davvero poca, così, da questo “avanzo”, nasce la Cassata pantesca.
Pantelleria, un’isola di dolcezza
Quarto tra i piaceri del gusto di Pantelleria, ma pari merito con le precedenti delizie, mettiamo la cassata di Pantelleria.
Un guscio di pasta bianca sottile ripieno di crema di ricotta al cioccolato, caratteristica per la rosellina di pasta che la sovrasta. La cassata pantesca è una delle tante declinazioni di cassata siciliana, più simile a quella antica al forno e meno alla famosa Cassata barocca palermitana. È importante, tuttavia, specificare che la ricotta usata nei dolci a Pantelleria è ricotta vaccina, al contrario dei dolci di Palermo, che vengono rigorosamente fatti con ricotta di pecora.
Pantelleria, tra tradizione e benessere
Quinto tra i piaceri del gusto di Pantelleria è un dolce semplice della tradizione isolana, ma è prezioso e non manca mai in una famiglia pantesca e lo si tiene pronto per eventuali ospiti.
Questo è il pasticciotto e la sua preziosità è evidente dal fatto che chi lo offre, lo tiene in camera da letto e non in dispensa.
È un impasto soffice di torta, in formato piccolo e ripieno di marmellata, tradizionalmente di arance o di uva.
Piaceri Sensoriali a Pantelleria
Sesto tra i piaceri del gusto di Pantelleria è il prodigio che allieta le festività pasquali: i Cannateddri, una sorta di “pupo con l’uovo” con la caratteristica rispetto al solito, di avere l’uovo colorato di rosso.
Venivano anticamente regalati ai bambini al posto delle più moderne uova di cioccolato, e sono fatti una frolla allo strutto lavorata a treccia che incornicia un uovo sodo a forma di cestino.
Per chiudere il cerchio di questo tributo alla meraviglia dolciaria di Pantelleria, visto che siamo partiti parlando di uva di zibibbo, inutile dire che l’accostamento più sensato e sensazionale a questo dolci è un bicchiere di passito, gustato magari al tramonto su un tetto a cupola del dammuso.
Le squisitezze che vi abbiamo elencato sono sei questa volta, spero ci perdoniate.
Articolo di Veronica Schiera, chef del Le Angeliche Bistrot di Palermo.
Con una modestissima collaborazione di quella “impicciona” di Claudia Picciotto.