Tra i percorsi da fare a piedi ve n’è uno che mi sta particolarmente a cuore perché mi ricorda molto la campagna siciliana nella sua interezza.
Quella che più di tutte regala a questa terra, nella stagione estiva, il colore dell’oro.
È un territorio che si estende tra Cuddia Attalora fino a Tracino, con un’alternativa percorribile che costeggia tutta una cresta montuosa che volge ad est.
Il suo nome è Piana del Barone (non è tra i percorsi più noti) antico feudo del Principe di Pantelleria e poi del Barone Belvisi, da cui il nome della Piana.
Io vi suggerisco un itinerario di cui vi darò le poche indicazioni di cui necessitate e poi proverò a raccontarvelo per spunti, idee e sensazioni.
Tradendo il mio solito stupore e quell’incanto che dentro Pantelleria non ti abbandona mai.
Imboccate la Serraglia da Rekhale e percorsi neanche due chilometri troverete alla vostra sinistra, all’inizio di una curva che va verso sinistra) un piccolo dammuso quasi sul ciglio della strada.
Lì vi inviterei a lasciare l’auto.
Scegliete una giornata non troppo calda e indossate un cappellino, il sole vi farà quasi sempre compagnia.
L’inizio del sentiero è una salita leggera e improvvisamente sarete immersi dentro una piccola ma incantevole macchia boschiva, da lì fate una sola svolta a destra e poi proseguite sempre scegliendo i bivi a sinistra.
Il nome della contrada nella quale vi siete appena inoltrati si chiama Benimingallo, tra le più belle dell’isola, ospita piccoli Dammusi che sono un concentrato di autenticità e bellezza.
Davanti ad uno di questi, troverete l’ennesima svolta a sinistra, riconoscerete il dammusino dal fatto che ha solo due volte e perché ha un filare di alberi di fichi che saranno l’indicazione per il vostro sentiero principale che vi condurrà quasi fino a Tracino.
Se sarà tempo di fichi raccoglietene un paio e assaggiateli, faranno bene al vostro umore e al vostro appetito.
Cominciando a camminare incontrerete una salita per nulla impegnativa e su un sentiero molto largo e agevole, vi ritroverete davanti ad una estesissima piana e per un attimo avrete Montagna Grande e Monte Gibele alla vostra sinistra.
Se la giornata sarà delle più terse potrete cominciare a scorgere uno spicchio di mare, il “mare di nord est”.
Adesso cominciate a camminare con passo lento, vietata la fretta e, soprattutto, quello che vi attende è praticamente già sotto i vostri occhi e vale la pena assaporarlo con lentezza.
La strada è in piano e il territorio non è abitato, sarete voi tra la vastità di campi perfettamente geometrici coltivati a fieno e balle tubolari perfettamente compatte che vi sembrerà di potervi poggiare un piede perché possano rotolare sino a valle.
Il tutto inframmezzato da antichi Dammusi, andati in disuso, da scoprire un po’ più da vicino, senza che la curiosità diventi affanno e l’affanno si trasformi in invadenza (alcuni di questi hanno ancora dei proprietari) ma, soprattutto, senza che ci si addentri troppo in queste strutture che potrebbero essere poco sicure.
Passo dopo passo saranno tanti i piccoli appezzamenti di terreno a vigna e poi l’azzurro del cielo, il nero della pietra, il verde alla vostra sinistra e il giallo a distesa innanzi ai vostri occhi e, d’un tratto, quello che era uno spicchio di mare, man mano si allargherà e da lì comincerà una discesa che vi porterà ai piedi della strada che vi condurrà a Tracino.
Un caffè e un dolcetto al Bar Beluga e se non foste ancora stanchi (ma è difficile esserlo innanzi a tanta bellezza) da lì scendete sulla stradina esattamente alla destra rispetto alla strada da cui provenite e, percorsa tutta, vi ritroverete sulla perimetrale,
A quel punto toccherà a voi scegliere il più bel punto di mare nel quale, sudati e accaldati, vorrete riprendere forze e ristoro.
Non dimenticate di fare in modo che qualcuno al ritorno venga a prelevarvi, perché adesso sì che sarete affaticati.
Anche se i più temerari preferiscono fare un meraviglioso ritorno imboccando il sentiero sulla cresta, in mezzo al verde, mentre il sole alle vostre spalle comincerà la sua discesa.
La foto è di Barbara Monteleone
