E sapete che vi dico? Qui il tempo oggi non è al suo meglio ma il mare di cala Nikà non dista molto da casa e camminare è salvifico. Pertanto non ci penso due volte e prendo le pochissime cose che mi servono e devo fare tutto in fretta prima che qualcosa faccia in modo che ci ripensi.
La strada a piedi è cominciata e conto tutti i miei passi uno dopo l’altro perché non devo pensare ma seguire solo il mio istinto. C’è una piccola salita e ho il cuore in gola ma non è la fatica piuttosto qualcosa che somiglia molto all’allegria.
A breve comincia la discesa e il mio passo si è fatto di necessità più veloce, oltrepassata la curva troverò la discesa a mare e già da qui vedo che la costa è deserta.
Pochi in questo periodo vengono a Pantelleria, ancor meno fin quaggiù ed io sono al principio della piccola scarpata che mi conduce dritta al mio scoglio.
Ho qualche difficoltà perché le mie scarpe da tennis hanno la suola consumata, sto ben attenta a dove metto i piedi e superato il costone più grosso sono già sullo scoglio che mi attendeva.
E sono qui e lo faccio senza pensarci, ho mantenuto la promessa, ad uno ad uno levo via tutti gli indumenti: giacca, felpa, maglietta, pantaloni scarpe e calzini.
Abbandono anche quelli più intimi sulla roccia e come se questo momento mi aspettasse da sempre a testa in giù mi tuffo nel blu scuro.
Riemergo e porto indietro i capelli.
Ed è il giorno della mia liberazione.
Sapete come dicono gli americani?
That’s it, folks, I made my day.
Buona Liberazione a tutti
Foto di Giovanni Matta