Questa estate farà caldo.
Non raccontiamoci frottole, ché l’inverno scorso si è dimenticato di arrivare e le cisterne sono neanche piene e già da marzo le temperature hanno subito un’impennata.
Ma Pantelleria è verde.
Anche dove l’estate scorsa è andato tutto in fumo il verde è ritornato, con la solita ostinazione pantesca.
È la magia di questa isola, che resta lussureggiante facendosi beffa di un futuro poco consolante.
I coltivatori del luogo hanno faticato di più, ma è gente che con la siccità combatte da sempre e sanno esattamente come si fa a raccogliere, goccia a goccia, l’umidità che viene dal cielo, dal mare e dalla terra.
Nessuno conosce il significato della parola RESA su questa isola.
Men che meno chi la ama o chi la vive da ospite rispettoso che sa di volerci tornare.
Al mattino a giugno è fresco che neanche ti viene voglia di andare subito al mare.
Vuoi goderti la tua colazione all’ombra del cannizzo.
Indossi la maglia a maniche lunghe e ti aggiri attorno alla casa per farti un’idea del vento e averne una sul mare.
Quando le ore cominciano ad essere calde allora ti avventuri e trovi prima il sentiero e poi lo scoglio perfetto.
Così adagi il telo, con prudenza ti avvicini all’acqua che è ancora fredda e metti i piedi in mare, poi con coraggio affondi con il corpo intero e senti come se l’acqua “pizzicasse” il tuo corpo.
Una bracciata dopo l’altra ti sciogli tu e ti si apre l’attorno.
Misuri la bracciata a favore dell’aria che trattieni, mentre una scia ti insegue.
Quando torni fuori senti che il sole è caldo.
Ti sdrai e raccogli il calore dalla terra e dal cielo.
Mangi un panino, un frutto o i resti della cena.
Torni a casa che il Dammuso è fresco e ti avvolgi nella copertina e t’infili dentro un sonno che sa di sale.
Ti svegli che è luce e ti guardi attorno.
Dietro, di fianco, a fronte le montagne e i sentieri.
Ne conosci uno da battere a passo lento che ti porti fino a sera.
Così, quando torni a casa, hai ancora il tempo per la tua doccia calda.
Ti metti ai fornelli e mentre la pentola sobbolle ti siedi davanti ad uno spettacolo senza intermezzi pubblicitari.
Nessuna musica, solo l’attesa della cena.
La felpa presa dall’armadio e la zucchina col pomodoro che è già pronta per buttarvi dentro due pugni di pasta.
Se gli hai spolverato sopra della ricotta salata mangi che sei un re.
Infine c’è la sdraio, quella per cui non serve un abbonamento e non ha nessuna importanza se la ricezione fa schifo.
Ti addormenti che sei tornato bambino.
Al risveglio è notte fonda e spegni le luci al tuo passare.
Dalla finestra sfila di soppiatto un alito di vento.
Benedici, in ultimo, di avere ancora addosso la felpa.
Foto di Giovanni Matta
L’immagine ritrae il Dammuso Flintstones (https://www.ildammuso.com/it/dammusi/flintstones/) e sullo sfondo il paese di Scauri