Se chiedete a un siciliano, abitante dell’isola propriamente detta, se il vento di Scirocco può essere fresco, come minimo costui, se intende non usare violenza fisica o verbale, gira i tacchi e se ne va.
Così è.
Lo Scirocco che conosciamo noi siciliani è una iattura, è un vento che viene dritto dall’inferno, se attraversi la strada ti aspetti che “Caron dimonio occhi di bragia” sia li ad attenderti per traghettarti sull’altra sponda (anche perché fare due passi a piedi e evitare le lingue di fuoco che si alzano dall’asfalto è impresa per duri e puri).
Ma a Pantelleria, specie nelle stagioni di mezzo (quelle che sono il preludio all’autunno o alla primavera) esiste lo Scirocco benevolo.
Quello capace di regalare una fresca ventilazione.
E come mai, vi chiederete?
La spiegazione è piuttosto semplice.
Lo Scirocco, che prende il nome dalla Siria perché gli antichi Romani da lì decisero che provenisse, come ben sapete è un vento che viene dal sud.
Quando questo vento plana sul mare, al suo passaggio raccoglie la frescura dell’acqua, e soprattutto a sud dell’isola di Pantelleria arriva che è ancora fresco.
Naturalmente, nel suo viaggio verso il nord di Pantelleria, attraversando rocce e nera pietra vulcanica, tende a riscaldarsi.
Sicché se abitate a Scauri ed è settembre e c’è vento di Scirocco, con ogni probabilità state benone.
Niente caldo e una temperatura piacevole.
Se, però, doveste andare al paese di Pantelleria sappiate che potrebbero attendervi circa cinque o sei gradi in più.
Il tutto dove accade?
Come sempre su un’isola di ottantaquattro chilometri quadrati, capace delle più incantevoli stramberie.
Foto di Claudia Picciotto