Minuta, elegante procede con passo deciso lungo la strada che da Rekhale porta a Scauri o viceversa.
La si incontra spesso a metà mattinata o nel tardo pomeriggio.
Lenta ma decisa.
Dove abiti non lo so.
Pertanto non capisco mai quale sia la destinazione che la conduce a casa o quella che la porta chissà dove.
É una donna dai modi molto gentili, in qualche calda mattinata della scorsa estate non ho esitato a darle un passaggio in una direzione o in quella inversa.
Poche parole, molte di rito e ringraziamenti a profusione.
In uno di questi tragitti, lei che non è più giovane, mi ha detto di avere lasciato il marito dopo lustri e lustri di unione e di avere deciso per la propria libertà, pensando che questa lei volesse spenderla tutta a Pantelleria.
Non ha un’auto ma sembra che non le importi.
Nelle giornate più calde indossa un copricapo e procede nella sua marcia.
Pantelleria non è un ‘isola semplice, soprattutto se si è soli, ancora di più se si ha una certa età, a maggior ragione se non si possiede un mezzo.
Pantelleria richiede tenacia e abilità per affrontare anche apparenti inezie come l’acqua che finisce o la bombola vuota.
Chi abita in città non può immaginare che certe cose sull’isola richiedano intraprendenza e un buono spirito di adattamento.
Ma se questo è il prezzo che una persona paga per la propria libertà e se questa libertà PAGA davvero e se hai deciso di spenderla in uno dei luoghi più belli del mondo, senza farti intimorire dall’umidità che sale dalle pietre o dal sole che batte forte ad ogni passo o, ancora, dal vento che ti sposta di centimetri mentre cammini, di questa libertà dovevi avere gran sete.
C’ è una donna che cammina, tra Scauri e Rekhale, che si è guadagnata con grande coraggio la SUA libertà.
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