Trilla il telefono ed evidentemente il numero non è fra quelli in rubrica. All’altro capo una voce simpatica e incerta mi chiede se sta parlando con la persona giusta.
“Senz’altro e in ogni caso”, rispondo prima ancora di sapere di cosa si tratti. Allora lei scoppia in una risata fragorosa ed anche io. Mi racconta di avere trovato il nostro numero online e mi spiega che vorrebbe regalare al marito una vacanza di qualche giorno a Pantelleria nel mese di giugno. Precisa di non conoscere l’isola che, invece, lui conosce e si domanda cosa abbia di così speciale.
“Che fossi la persona giusta glielo avevo detto prima ancora che lei mi spiegasse la ragione della sua telefonata o sono un chiaroveggente o un gran presuntuoso. Questo lo faccio decidere a lei alla fine della nostra conversazione”, rispondo. Sorride, ancora una volta sbuffando aria sulla cornetta e dice: “La prego sono un disastro nell’organizzare vacanze, lo scorso anno mi sono fatta fregare come un’allocca”.
“Non sono qui per convincerla rispetto a nulla, però, prima ancora di cominciare, le specifico che se vorrà rivolgersi a noi deve sapere che noi affittiamo dammusi per una o più settimane. Pertanto, se nei suoi progetti c’è una vacanza più breve, sappia che ci sono strutture alberghiere o operatori come noi che lavorano bene tanto quanto noi, dipende tutto dai gusti del cliente”.
“Ma Lei mi ha fatto una domanda alla quale non ho risposto o sbaglio? Al di là del suo periodo di permanenza, credo che lei debba ancora decidere se vuole permanere”, le dico.
“Sì, in effetti, mi domando perché mio marito dopo venti anni voglia ritornare su questa isola quando ancora c’è tanto mondo da conoscere”, mi dice lei con un pizzico di disappunto.
“Signora, a questa domanda dovrebbe rispondere più Lei che io. Non so quali possano essere le ragioni per cui una persona voglia ritornare in un luogo o andare a conoscerne un altro, soprattutto se non conosco la persona in questione. Io le posso dire che quest’isola è un posto quieto, ancora incontaminato, con un mare bellissimo, che non conosce né folla né calca, che sa farsi amare da chi vuol stare in solitudine e da chi predilige la compagnia. Sono poche parole quelle che sto usando, credo che suo marito ne abbia usate di più convincenti”, concludo.
“Lui la dipinge come un paradiso in terra, ma sono passati vent’anni da quando è stato lì l’ultima volta e non vorrei che ne restasse deluso”, mi dice a mezza voce.
“Pantelleria è cambiata, ma non tantissimo, mi creda. Per fortuna, io dico. Altri penseranno (chi la abita in inverno soprattutto) che per certi aspetti è una sventura. In molti la amano perché sembra immutabile”, concludo.
Si schiarisce la voce e aggiunge che, comunque, la sua settimana potrebbe andare solo da sabato a sabato.
“E questa volta è stata Lei a leggermi nel pensiero”, le dico sorridendo “perché i voli coincidono col fine settimana. Non c’è altra chance per chi arriva dal nord, e così sembra dal suo accento, a meno che Lei non sia una immigrata al contrario o viva chissà dove”.
“Viviamo a Milano. In effetti, ho già visto i voli e, a ben vedere, da qui si vola bene e a basso costo. A meno che non decidessimo di raggiungere la Sicilia, fare un paio di giorni a Palermo e poi partire da lì. Oppure tentare l’avventura partendo con l’auto, così da imbarcarla e usarla anche sull’isola. Lei cosa mi consiglierebbe?”.
Esito. “Mi sembra che Lei non disponga di molto tempo e portare la macchina sull’isola ne richiede, di tempo, ma anche di denaro che potrebbe spendere anche meglio facendo la sua breve sosta a Palermo per poi prendere un volo, ce n’è uno al giorno, poi può arrivare a Pantelleria e qui affittare un mezzo. È senz’altro più economico che portarsi dietro l’auto”.
“Lei dice? Anche se ci portassimo un poco di spesa da qui? Non sarebbe comunque un risparmio?”.
“A Pantelleria non manca nulla e la nave è suscettibile alle condizioni meteo. Esiste anche l’aliscafo se è per questo, ma questa isola è suscettibile, volubile e variabile a causa dei suoi venti. È sempre una questione di tempo, signora, che sia meteorologico o fatto di minuti, mi creda attiene unicamente ad una sua scelta”.
“Ok, capisco. L’aereo è più veloce, ma affittare un mezzo non è più costoso che avere la propria auto? Risponda sinceramente, la prego”, mi esorta.
“Non ho alcuna difficoltà a farlo. Non so che auto possediate, il prezzo di noleggio dell’auto è inferiore (ma questo varia a seconda dei periodi) a quello dell’imbarco dell’auto sulla nave. Ma, soprattutto, Pantelleria è fatta di piccole strade, dovrebbero essere a doppia carreggiata ma a malapena ve ne passa una. Si fa a turno, tanto qui, mi creda, dimenticherà la fretta. E affittare una macchina, con tutte le assicurazioni del caso, la potrebbe sollevare da un sacco di grattacapi. Purché Lei non perda tempo, poiché per questa ragione, già a fine giugno le auto sono esaurite. Restano i motocicli, ma per quelli si deve amare l’avventura”, concludo.
È perplessa e domanda: “Cosa intende per avventura?”.
“Bisogna saper guidare bene una moto perché le strade per raggiungere il mare spesso sono delle trazzere e anche la via per raggiungere i dammusi non è sempre delle più piane”.
“Ah, mi aveva terrorizzato. La diverte far spaventare i clienti o è un trattamento che sta riservando solo a me?”, dice ridendo.
Anche io rido e aggiungo: “Cerco di prospettare il peggio perché poi possano trovarsi davanti il meglio, dicono sia una strategia di marketing”, concludo ridendo.
“Ma noi siamo motociclisti provetti e l’idea della moto per mio marito sarebbe avvincente. Anche per l’affitto di questo genere di mezzo si deve procedere con celerità?”, mi chiede.
Mi sento dentro un super quizzone ma la signora è gentile e vuole sapere. D’altronde sto facendo una simpatica chiacchierata mentre guardo il mare davanti a me, che è il privilegio che mi consente il mio mestiere.
Rispondo con piacere, pertanto: “Il consiglio è unico per qualsiasi mezzo Lei voglia affittare sull’isola. I noleggiatori sono tanti quanti i temporeggiatori e poi ci si ritrova nei guai. Perché Pantelleria, per essere percorsa, necessita di un mezzo. Sappia che Pantelleria ha il bene di essere esclusiva ed inclusiva al tempo stesso, in molti credono di non potersela permettere quando invece può accogliere tutti”.
“Mi spieghi meglio”, dice.
Ed io sapevo che con questa frase avrei acceso la sua curiosità.
“Le faccio l’esempio dei dammusi, va bene? Ad ogni dammuso corrisponde una personalità, oppure uno status, un pensiero, una volontà o un sentimento. E non parlo solo dei dammusi che troverà sul mio sito, ma dei dammusi in generale. Esistono i dammusi da otto camere da letto con piscina, quelli piccoli e segreti nascosti tra le rocce vicino al mare, quelli al fresco di Siba’. Dammusi che sembrano chiese e altri che sono nidi. Luoghi dentro cui nascondersi o case dove fare convivio con gli amici.
Diciamo, con una frase evocativa, “a ciascuno il suo”, dove per il “suo” si sottintende il dammuso.
E mi creda, non è unicamente una questione di prezzo, io credo che il dammuso somigli spesso a chi lo affitta. Sa, come quella storia dei cani che finiscono col somigliare ai padroni? Ecco, non c’entra nulla, ma da qualche parte credo che renda l’idea”, ho fatto una tirata d’un fiato.
Lei nel frattempo sta ridendo e mi dice, un poco vergognata, se può fare un’ultima domanda?
“Dopo la mia ultima pessima boutade ha vinto un premio, pertanto vada. Ha vinto il domandone finale”, dico.
“Ma i capperi li posso comprare sull’isola e trasportarli anche in aereo?”, mi chiede.
Le rispondo: “I capperi, se viene a Pantelleria, che sia ospite mia o meno, glieli porterò io stesso a casa e usi anche la granella di capperi al posto del sale, mi creda è un insaporitore eccellente”.
Abbiamo chiuso la telefonata con un saluto cordiale. Sarà un arrivederci?
Poggio la testa sul cuscinetto della sdraio e mi accorgo solo ora di avere un gatto sulle mie gambe.
Fa le fusa che sembra un trattore, mentre continuo a pensare che di questo lavoro si può ancora gioire.