È impossibile che l’umanità ci piaccia tutta.
Ce ne piacciono delle porzioni a seconda di come ciascuno di noi è fatto.
Io ho un mio metro, a me piacciono le persone che portano con se materialmente o immaterialmente degli oggetti o degli interessi che gli consentono di “interpretare e tradurre” la realtà che li circonda.
Faccio degli esempi per farmi comprendere meglio: a me piacciono le persone che camminano sempre con un libro in borsa, con una macchina fotografica, con un taccuino sul quale fare uno schizzo di una fetta di realtà oppure quelli che è come se camminassero sempre con un paio di scarpe da trekking, frementi all’idea di un percorso nella natura, o ancora quelli che sembra indossino degli occhialini da nuoto pronti per il prossimo tuffo in acqua.
Di fatto, ciò che vi descrivo sono “passioni” per qualcosa.
Sono innumerevoli e, evidentemente, ne ho tralasciate una moltitudine.
Ma sono anche uno strumento di comprensione di se stessi e di millesimi di porzioni di realtà.
Sono strumenti di curiosità intellettuale.
Chi li possiede è come se camminasse per il mondo con una lanterna sempre accesa.