Lago di Venere e Cala Cinque Denti: un itinerario incantevole attraverso la strada del Cafaro

Lago di Venere e Cala Cinque Denti: un itinerario incantevole attraverso la strada del Cafaro

L’altro giorno per ragioni di lavoro sono andata allo Specchio dell’Acqua (Lago di Venere) e da lì, per raggiungere il Dammuso Artemisia, ho dovuto percorrere la strada del Cafaro che fu aperta qualche anno fa nel periodo in cui non era possibile raggiungere il lago dalla perimetrale.

Io racconterò la strada che ho percorso e che, probabilmente, molti di voi conosceranno già.
È un percorso facilmente fruibile sia in auto che a piedi.
Pantelleria non è così difficile come la raccontano…

Cosa ho visto e cosa ho immaginato?
Una sosta al lago, un bagno nelle sue acque “morbide” e ripuliti da fatica e sudore mi sono immaginata in cammino.
Una salita fino alla chiesetta di S. Chiara a Bugeber piccola, bianca, squadrata e essenziale come fosse stata fatta coi mattoncini del lego.
Superata questa, alla vostra sinistra si apre una grande trazzera che vi porterà all’interno della riserva.
La strada lambisce la colata del Kaggiar, attraverso rocce che fendono il paesaggio.
Immersi nel verde della macchia mediterranea, tra corbezzoli e lentischi.
Vecchi Dammusi in disuso dall’architettura magistrale che lasciano traccia di un passato riconoscibile di terra abitata, vissuta e coltivata.
Terrazzamenti e vigneti.
Muretti a secco che disegnano i contorni di proprietà ancora amate o dimenticate.

Questo è l’immenso.
Il tutto.
In questa visione dove l’occhio poggia senza tregua da destra a sinistra, sul filo d’erba come sul rovo di more.
Ad un tratto subentra il “piccolo” ma inaspettato: alla vostra sinistra, immerso in un vigneto, un tavolo rettangolare in legno con sei sedie verdi attorno.
Sembra che sia lì ad aspettare che qualcuno si sieda lì da un momento all’altro.
Riposa lo sguardo, come se la sola visione ci consentisse di riprendere le forze per continuare il nostro cammino.
Sembra un dipinto ma gode del dono della tridimensionalità.
Di fatto, il tratto di trazzera che ci separa dalla perimetrale ormai è breve e a percorso terminato davanti a voi si ergeranno fiere e aguzze le “guglie” che indicano la Cala Cinque Denti.

Fossi in voi, proseguirei lungo il sentiero per raggiungere il mare per fare un tuffo che possa ripulirci di polvere e stanchezza.
E qualora nessuno fosse disposto a riprendervi per portarvi al punto di partenza, poco male la strada percorsa a ritroso è come se fosse “nuova e diversa”.
Il lago, d’altronde, vi attende per un ulteriore e ultimo tuffo.

 
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