Non parlerò mai di politica su queste pagine, a meno che non si tratti di scrivere della “póleis”( nel suo senso più astratto) e della VITA di questa, di quell’aggregato di uomini che oggi non racchiude un nucleo circoscritto di individui, ma è un insieme interconnesso di popolazioni.
Popolazioni che hanno fatto di una storia piccola e millenaria una faccenda complessa che riguarda miliardi di individui.
Ciascuno nel proprio luogo e nel proprio tempo, ma viventi una contemporaneità indistinta.
Il mio scrivere di e su Pantelleria, per certi aspetti ha ristretto questi confini e per altri li ha allargati, perché a questo luogo appartengono storia, ambiente e esseri umani.
Oggi è il 25 aprile 2023.
La festa della Liberazione del Paese cui appartengo.
E, senza nessuna pretesa di raccontare il “vero” su una parola, la parola LIBERAZIONE, mi accingo a dire cosa penso sia liberatorio o cosa a mio parere s’intenda per libertà.
Libertà è l’opera d’arte, la scultura che non va coperta e il libro che non può essere modificato o censurato.
Liberta è il jazz, come melodia e metafora.
Libertà è il senso della “parola” che si ferma l’attimo prima che all’altro arrivi un macigno sulla testa.
Libertà è un viaggio, che sia di disperazione o anche solo di gioia, fatto senza che qualcuno vi metta a postilla una fine o un giudizio frettoloso o privo di quella cognizione che dovrebbe essere propria e intima e che riguarda la comprensione dell’altro: la sua volontà e le sue aspirazioni.
Libertà è il contrario di negare, che si tratti di un diritto o del suo rovescio.
La libertà sta tutta nella gratitudine e nella solidarietà, nell’essere capaci di ammettere che da soli si va in pochi posti, si possono affrontare piccole battaglie, l’aggregazione di individui consapevoli fa la libertà.
La libertà è fatta di studio, di comprensione, di curiosità, di un’ingenuità appena appena scafata che ti consente ancora di credere nell’altro.
La libertà sta nelle parole dei libri che abbiamo letto e nella facoltà che, ciascuno di noi, ha ancora di interpretarli secondo la propria natura o il proprio stato d’animo.
E’ un sì o un no detto con convinzione e al momento giusto, quale che sia questo momento.
Difficile da declinare un concetto come quello di libertà:
complesso come la moltitudine di luoghi, istanti e persone che per quel tratto che è la nostra vita viviamo o frequentiamo.
Libertà per me è tutto questo e molto altro.
E’ anche la possibilità che, a pochi o a molti, quanto scritto da me possa non essere condiviso:
io oggi festeggio questo.
Se non altro ciò che ho scritto è banalmente intimo e parziale e non dovrebbe lasciar scontenti gli assetati del “giusto”, ma nemmeno vuoterà le tasche di chi ancora non sa come o di cosa riempirle.
A ciascuno di noi la facoltà ( e che sia sempre colma di dubbi e curiosità) di scegliere per se stessi come infarcire un termine che, in molte parti del mondo è solamente un sostantivo, ma che almeno nella nostra fantasia, nel nostro piccolo, nella nostra “aurea mediocritas” possa diventare pensiero concreto e azione.
Difesa ad oltranza di principi di umanità ché quelli no, non sono teoremi sperimentali da comprovare ma espressa decisione di “noluntas et voluntas”.
Che il volere o disvolere, da qualche parte almeno, abbia un suo concepimento e un suo compimento.
Foto di Giovanni Matta