FACCIAMO CHE domani il bosco arde perché ho acceso un petardo e tu sei il pompiere e sei anche la guardia forestale, e sei pure l’uccello che cerca di volare in mezzo al fumo e la lepre che non trova il passaggio tra le fiamme e sei pure la pioggia che spegne il fuoco e domani sembra che sia tornata la primavera.
FACCIAMO CHE domani io sono un cacciatore di lucertole e gechi, perché mi fanno paura, e quindi sono un cacciatore finto che si tiene alla larga da code che si dimenano da sole e allora scavo tunnel dove loro possano nascondersi e fuggire dal cacciatore che non sono.
FACCIAMO POI CHE, alla sera, gli insetti arrivano tutti attorno alla lampada e le zanzare mi pungono le caviglie e io non resisto e gratto le punture fintanto che non esce il sangue ma poi mamma prende un pezzettino di agave e lo passa attorno alla ferita e tutto passa come la notte silenziosa.
FACCIAMO CHE io a Pantelleria non voglio gli scogli ma voglio la sabbia con la quale fare un castello nel quale vivono la principessa e il suo principe, però poi mi domando dove si rifugerebbero i granchi oppure a cosa si attaccheranno le patelle e dentro quali buchi guarderei le piccole bavose che sembra che io possa afferrare in un attimo, ma poi sono più veloci del mio pensiero e si perdono dentro un buco che è più piccolo del mio dito più piccolo. E la sabbia in un minuto diventa scoglio dal quale tuffarsi e la principessa e il principe li ho infilati in una grotta minuscola che neppure ci stanno tanto comodi.
FACCIAMO CHE io mi spavento dei ragni e ho paura della ragnatela e penso che se quel ragno mi punge anziché diventare un supereroe divento un bambino frignone, però poi io lo so che le mosche che si posano sul mio piatto mi fanno senso e quando devo scrollarmele di dosso loro tornano sempre, ostinate come so essere io quando voglio qualcosa da mamma.
Perciò osservo la ragnatela ogni giorno, tanto la mosca è appiccicata ai fili e il ragno sarà andato a fare un giro nei dintorni e quando torna sarà buio e io neanche lo vedo.
Allora, siccome di questi “FACCIAMO CHE” ce ne sono troppi e ogni volta che rifletto su un “facciamo che” poi trovo che la soluzione, che se la cerchi, da qualche parte esiste sempre.
FACCIAMO CHE io ci rinuncio ai FACCIAMO CHE e FACCIAMO CHE ci dobbiamo mettere a trovare le soluzioni per le cose che non ci piacciono o ci fanno paura.
Salviamo il bosco, gli uccelli, le lucertole, le lepri, il principe e la principessa, i granchi, le patelle e la bavosa e pure gli insetti però.
Voi adulti che dite di sapere tutto, regalatemi un FACCIAMO CHE mi dica che se non pesto una formica non sono un bambino cattivo.
Magari sono solo distratto oppure non ho ancora trovato una soluzione per salvare le formiche mentre corro veloce come una gazzella.
Intanto, però, FACCIAMO CHE sono una gazzella.
Foto di Giovanni Matta