Pantelleria: dal confino fascista a paradiso di pace e cultura

Pantelleria: dal confino fascista a paradiso di pace e cultura

Vi è stato un tempo in cui la gente veniva mandata al confino.
Si trattava di balordi, di mafiosi o di persone politicamente scomode o, più genericamente “da isolare”.
I luoghi prescelti erano paesi dell’entroterra difficilmente raggiungibili e, tradizionalmente, le isole.
Tra queste Pantelleria che fu luogo di confino politico fascista, ma prim’ancora ospitò anche malviventi, anarchici e comunisti.
Il luogo presto divenne un centro di “cultura e attivismo politico” cosicché dall’isolamento si passò alla “concentrazione” e non nel senso terribile e macabro che, alla luce della Storia, oggi viene dato a questo termine.

Molti di voi ricorderanno il famoso libro di Carlo Levi dal titolo “Cristo si è fermato ad Eboli”, storia affascinante e autobiografica che narra la vicenda del confino dell’autore che durante il regime fascista venne allontanato in quanto “non gradito” dal regime.

Oggi, si narra, che i tempi siano cambiati.
Certamente la pratica dell’esilio non è più in auge e Cristo a Pantelleria se si è fermato è stato per dare pennellate di colori e spargere profumi quel tanto che basta per sostare e restarne ammirati.
Che sia SOSTA o SIESTA, di sicuro non è dentro un “confino”, ma all’interno di questo luogo magico che ancora oggi riesce ad incarnare un certo isolamento.
Non quello fatto di paura e disprezzo, ma quello che dopo inverni che sembrano trascorsi ai “confini” delle nostre parti migliori, solcando il perimetro delle nostre vite fatte di bordi sottilissimi sui quali dovere camminare con destrezza e audacia, ecco che l’estate può venirci incontro e regalarci gli ampi spazi di Pantelleria.
Quelli che non hanno bordi (o borders).
Pantelleria non ha né ringhiere né cancelli, a delimitare certe proprietà soltanto bassi muretti a secco che non interrompono la vista verso la piana o la montagna.

Pantelleria, tranne per il fatto che è un’isola, certamente non narra di isolamento.
Racconta di spazi, invece, di alture, di aria, di cammino, sole, chiacchiere tra amici e per chi lo desidera, per chi lo ricerca per ridefinire il proprio confine tra identità e presente, ecco sì, in questo caso dona pace e solitudine per pensare e ripensarsi.

Cristo, se si è fermato a Pantelleria, ha fatto un lavoro “paradisiaco”.

 
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