Convenzione vuole e convenzione dice che abbiamo voltato pagina.
Da un 2023 che ci ha lasciati siamo passati ad un 2024 che ci viene incontro.
Non fosse che il tempo ha un suo fluire che è continuo.
E il passare dei giorni non segna divari.
Non attraversiamo ponti.
Né ci imbarchiamo verso altre destinazioni.
Restiamo fermi dentro le nostre vite.
Fermi o dentro ad un movimento scandito da lancette, la cui percezione attraversa solo le nostre ossa, le assenze che avvertiamo e le presenze che si aggiungono.
Pantelleria io l’ho vista crescere nel tempo.
Dall’”università popolare” ai corsi per chi vuol imparare a conoscere il territorio, dalle classi di lingue per chi opera nel settore turistico alle iniziative che volgono a promuovere l’arte e l’artigianato.
Tutto in un miscuglio di un’isola che dimostra di volere crescere in tutte quelle che sono le sue “vocazioni”.
Anche questo è “misura del tempo”.
Crescono le persone dentro i luoghi ma anche i luoghi dentro le persone.
E se soltanto non mi fossi assuefatta a questo piccolo mondo che, per quanto sia minuscolo agli occhi del mondo, lo percepisco gigantesco agli occhi della mia anima, vi direi che Pantelleria è immutabile.
È un nuovo anno.
Lo si dice nuovo quando l’attimo già trascorso lo ha già reso vecchi di mille istanti.
A far muovere il tempo siamo sempre stati noi uomini.
Dentro un vissuto affollato di cose e persone.
Nella visione del cappero che al mattino è germoglio e alla sera è fiore.
Senza moto terrestre e maree alterne, senza questo tessere una tela che acchiappa i giorni a fatica, facendoceli scegliere (lì dove è possibile) e percepire lenti o furiosi come certo moto ondoso non avremmo riferimenti.
Lo zenith, i punti cardinali, i luoghi, le altezze e la misura di un tempo che scorre infinito ma che si aggrappa ad un calendario fatto di date che sono lavoro, vacanza, viaggio, cammino lento o precipitoso verso ciò che siamo stati e saremo, tutto questo è il tempo dell’uomo.
Pantelleria è il mio zenith: separa gli inverni dalle estati.
Niente più mi occorre.
Neanche un orologio al polso.