PANTELLERIA É UNA ORCHESTRA SINFONICA

PANTELLERIA É UNA ORCHESTRA SINFONICA

Ho visto città che non dormono mai.

Bangkok, Singapore, Hong Kong, New York.

Poi ho visto luoghi, come Palermo che stanno appisolati tutto il giorno.

Arrivata su quest’isola ho visto una realtà modulata sul levare ed il calare del sole.

L’ho trovata condiscendente rispetto al ritmo dettato dal movimento della terra.

Pantelleria mi ha fatto capire che una cosa sta dietro un’altra, che tutto è secondo un ordine preciso e che nulla è comandato dall’uomo e dai suoi tempi forzati, costretti a stare dentro calzini infeltriti.

Ho sentito, per tre lunghi giorni, il silenzio dignitoso di questa isola.

Placida nel suo muoversi lento e dolente e sempre pronta a raccogliere ciò che la natura le offre.

Sia essa una mora tra i rovi, il fico più alto o il fiore appena schiuso di un cappero.

In quei giorni io ho sentito la melodia di un oboe.

È settembre, ormai, e Pantelleria ha un volto nuovo.

Incapace di nascondere tutta la sua bellezza, come qualsiasi donna il cui fascino, nel dolore e nella speranza, si riaccende.

Pantelleria splende del suo settembre verde e dorato.

Cosi questa isola torna di nuovo a risuonare.

Ad ogni stagione nuova e in questo settembre che fatica a lasciare la coda calda dell’estate, Pantelleria è un’orchestra sinfonica, le cui bacchette sono nelle mani di una Aloe medicamentosa che non dimentica mai su chi spalmare il suo siero.

Foto di Claudia Picciotto

 
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