Grazie.
Una parola che è un “significante”.
Non ci credereste ma è anche “mutua”.
È bellissimo dire un “grazie” di cuore come una gioia è riceverlo.
Questa volta sarà anche un ringraziamento muto, perché rivolto a soggetti inanimati che per loro natura non sono soliti accogliere o raccogliere dei ringraziamenti.
Comincio:
il mio primo grazie lo lancio per esteso (si tratta di 84 chilometri quadrati di superficie) su tutta l’isola di Pantelleria;
al sole che ho scorto ogni mattina da dietro la montagna e a questo stesso che ho visto calare ogni sera piano piano fino a poggiarsi al limite dell’orizzonte, impastato da nuvole e tavolozze intere di colori che mi hanno fatto credere per un istante che tutto fosse al suo posto e che quel posto fosse quello giusto;
ringrazio la pietra nera dei muretti a secco e il giallo dorato del muschio che diventa secco, le lucertole che ho visto infilarsi tra un masso e un altro mentre le api volavano intorno e a turno tra i fiori dell’ibisco rosso o facevano a gara per raggiungere e impollinare quello giallo;
poi ringrazio il mare e lo scoglio aguzzo, la discesa impervia, il tuffo dalla punta più alta, la risalita accompagnata dall’onda che un attimo ti strattona e lil momento dopo fa sì che tu possa approfittare della spinta giusta per aggrapparti nuovamente alla lava ruvida;
ringrazio il sentiero e il cappero, l’elicriso, l’origano e l’aglio spontaneo, l’ulivo e il lentisco, il leccio e il corbezzolo, il passo che incede sulla pietra muschiosa, l’odore del bosco mischiato a infinitesimali gocce di salmastro;
grazie alla nuvola che incapsula Montagna Grande e fa il cappello a Monte Gibele, al lago che nasconde una natura rara e preziosa, al fragore del maestrale e alla brillantezza che nasconde la nera ossidiana.
Poi dico grazie alla gente di Pantelleria, al loro incedere lento, alla loro capacità di arrendersi con amore a questa terra che è dure e amabile al contempo, a questi uomini e a queste donne potenti, coraggiose e riservate, la cui cifra esatta sta tutta nel loro spendersi per questa terra nella misura esatta in cui questa terra richiede e dona.
Ringrazio di cuore tutte le persone che ho conosciuto in questa lunga stagione lavorativa.
Persone che sono “lavoro”, conoscenza, scambio, cultura, identificazione, gioia di ritrovarsi anno dopo anno, riconoscenza, amicizia, sorpresa e affetto.
In ultimo il mio ringraziamento, il più vibrante va ai tre piccoli falchi che da oggi pomeriggio, sfruttando le potenti correnti del maestrale, fluttuano tra casa mia e il golfo di Scauri.
Avanti e indietro, avanti e indietro, un giro attorno alla casa e un planare veloce verso il mare per poi tornare sopra il tetto di casa.
È dentro questo silenzio che avvolgo la parola “grazie”.
La incarto per bene e ne faccio dono a tutti coloro che ho elencato e se qualcuno o qualcosa mi fosse sfuggita non abbiatevene a male, Pantelleria sembra piccola ma è una vertigine di meraviglia.
GRAZIE ancora.