Ieri ho visto un film dove una tizia cercava di scappare in auto dopo avere fatto un guaio, peccato che alla poverina non funzionasse il cambio e non le riusciva di ingranare la” prima”.
Unica soluzione, scappare in retromarcia.
Inutile dire che, fatti pochi metri, la “sfortunata” si sia dovuta arrendere a chi la stava inseguendo.
L’ambientazione era americana e io traspongo la scena a Pantelleria.
Sull’isola, mediamente, le strade hanno la capienza per una sola vettura ma sono a doppio senso.
Nel percorrere questa ragnatela di vicoli, più o meno asfaltati, vige tutta una serie di messaggi in codice fatti da movimenti oculari verso destra o verso sinistra, moto di testa o di mani per indicare chi deve cedere il passo e chi deve incunearsi in qualche simil piazzola.
Chi procede in salita ha la precedenza e se qualcuno pur avendone diritto si fa da parte il gesto di gratitudine è un movimento di testa per cui avvicini il mento al petto e poi la alzi di scatto.
Ben accetta anche la mano aperta con le cinque dita ben in mostra in segno di eterna gratitudine.
Il non verbale, in auto, a Pantelleria ha la meglio.
Sarà per questa ed altre ragioni (tra cui la mia nota distrazione) se l’auto di cui usufruisco a sull’isola è ricca di decorazioni post modern, graffiti e tatuaggi.
Il giorno che ne farò un origami penso che mi varrà tolta.
Non è facile guidare su questa isola, tant’è che l’età minima per il noleggio regolare è di 25 anni. Se invece hai un’età compresa tra i ventuno e i venticinque anni dovrai pagare in più una quota assicurativa giornaliera di 15 euro.
Sia che tu voglia prendere a nolo un’auto o uno scooter.
L’estate scorsa, mentre ero a Pantelleria, ho deciso di imboccare una strada al cui ingresso vi era tanto di cartello con su scritto “Lavori in corso- strada momentaneamente senza uscita”.
Siccome sono appena appena testarda ho deciso di imboccarla ugualmente, convinta del fatto che il cartello fosse poco veritiero, d’altronde la logica mi induceva a credere che fosse impossibile avere chiuso lo sbocco di quella stradella minuscola senza altra via di fuga.
Una tra le più antiche di Pantelleria, ancora col pavé, insomma una strada storica.
Il risultato della mia “bravata “mi percorre ancora come un brivido insieme ad una strana vertigine e un consistente aumento delle palpitazioni.
Ad un tratto mi sono ritrovata dentro ad un budello, minuscolo, tortuoso e sabbioso e in salita dal quale non sarei potuta uscire se non con una retromarcia faticosa (sabbia) e lenta (carreggiata stretta e piena di curve di almeno 150 metri).
Credo di avere perso tre chili ma ne sono venuta fuori.
Anche con un vago moto di orgoglio.
Morale e metafora ardita: non è inverosimile che per andare avanti sia necessario innestare una retromarcia.
Tornare indietro per andare avanti sembra un ossimoro.
Invece la regola ha sempre un’eccezione.
Soprattutto a Pantelleria.