Dammuso Attalora.
In primo luogo a colpirmi è stato il nome, date le mie origini sicule: ho pensato si trattasse di un posto pieno di gatti.
Tranne poi scoprire che si tratta di un cognome nobile dell’isola.
Ovviamente non mi sono perso d’animo e avendo letto l’impossibile su Pantelleria e ben sapendo della numerosa presenza dei piccoli felini ho detto alle bambine che la casa prendeva il nome proprio da questa peculiarità, spiegando loro che “il gatto” in siciliano si di “u attu”.
menzogna pittoresca che sapevo gli sarebbe piaciuta.
Ho detto loro: “Manca la G, ma sono gli stessi animali che abbiamo a casa”.
Ridevano come se avessi raccontato loro una barzelletta.
Tutto questo mentre mia moglie scorreva le foto in loop senza mai fermarsi.
E io assolutamente “schiacciato” dall’euforia delle bambine felici e incredule:
E quindi andiamo in Sicilia?
Ma incontriamo parenti?
Ma è proprio vero che andiamo vicinissimi all’Africa?
Papà ma il bagno in piscina possiamo farlo anche in piena notte o solo di giorno?
È vero che potremmo vedere i delfini?
Arrivati al nostro Dammuso abbiamo giocato a parti invertite, perché la vita è bizzarra e l’emozioni si aprono di scatto come certi ventagli di cui, tra l’altro, ignori la decorazione interna.
Appena sbarcati dall’automobile le bambine si sono ammutolite.
Un silenzio di “pietra”.
Mi sono preoccupato e ho pensato che stessero male o che le avesse colte una cocente delusione.
Al contrario, la moglie perplessa (quella che guardava le foto in loop) è stata presa da una parlantina che era tutta un misto di contentezza e sovraeccitazione. “Ma è straordinario questo posto che neanche nella migliore delle mie aspettative e i gatti dove sono che sì in auto ne abbiamo incontrati un paio ma mica tanti come ci avevi fatto credere ma tu pensa che posto è questo che devo telefonare alla Michela e spiegarle che se non ci raggiungono sono davvero degli allocchi…”.
Il chiacchiericcio di mia moglie faceva da sottofondo mentre il silenzio delle bambine era assordante.
Ho guardato nei dintorni del Dammuso e non le ho trovate, così sono entrato in casa e le ho viste chine sulle valigie che riponevano la loro roba tra armadi e cassettiere, senza proferire parola.
“Ragazze, qualcosa è andato storto?”, ho domandato con un certo timore.
Soltanto la più grande ha sollevato gli occhi e mi ha detto: “Papà, avremo così tante belle cose da fare durante questa settimana che abbiamo deciso di toglierci subito le noie di dosso.
Prima facciamo prima comincia l’avventura, vero Papà?”.
(Se desiderate guardarne le immagini, a voi il link https://www.ildammuso.com/it/dammusi/attalora/)
Foto di Giovanni Matta