Mai visto due sedie “sedute”?
Sono qui, in questa immagine.
Di certo aspettano qualcuno.
Ma sono lì da quanto tempo?
Dalla scorsa stagione?
Da qualche attimo?
Chi aspettano le sedie “sedute”?
Chi conosce Pantelleria ha subito riconosciuto questo luogo.
Il mare è davanti ai vostri occhi.
Lo scoglio è all’interno di una baia.
Alla destra altri scogli sui quali rifugiarsi quando in estate il sole comincia a scendere e ti vien voglia di ripararti all’ombra.
Più all’interno un luogo dove gentili signori affittano canoe, per chi vuol superare la baia a forza di pagaiare.
A sinistra un sentiero che conduce a tante piccole discese al mare, tutte belle e tutte uniche.
Da lì si gode il tramonto fino al calare della sera, distesi ma con i piedi a mollo mentre il cielo davanti a te si riempie di arancione, porpora e rosso.
E non c’è spazio per altri pensieri
Dietro le sedie “sedute” c’è un ristorante, “La Vela”.
Si trova proprio sul mare, in mezzo a barche di legno adagiate lì.
Posate come fossero parole di una poesia.
Anche loro, barche che attendono che qualcuno le posi nello specchio salmastro.
Pantelleria è il luogo dell’attesa.
A “La Vela” mangi, guardi il mare e la gente che fa il bagno
Qualcuno mangia il gelato, c’è chi sorseggia una birra fredda e chi avanza sugli scogli tenendo in mano un piatto di spaghetti alle vongole.
Il ricordo più bello che ho di questo posto?
A parte le nuotate, a parte il sole, a parte le praterie di posidonia?
Tanti amici a fine giornata e tutti attorno ud una barca di legno (che sembra disegnata da un bambino), chi seduto a prua, chi disteso traballante sul bordo, chi in piedi ma tutti con un calice in mano mentre dalla cucina ci portavano tanti pesciolini fritti che il sapore è meno intenso del ricordo.
Ma, allora, ditemi voi chi aspettano quelle due sedie “sedute”?
Poche le possibilità: che qualcuno esca dal mare e torni a riposarsi; che qualcuno stia venendo da lontano per occuparle nuovamente oppure attendono me insieme a chissà chi.
Facciamo a chi arriva prima.