Scoprire i Giardini Panteschi di Pantelleria: il fascino nascosto lungo la strada da Rekhale a Scauri

Scoprire i Giardini Panteschi di Pantelleria: il fascino nascosto lungo la strada da Rekhale a Scauri

Ieri percorrevo la solita strada che da Rekhale mi porta a Scauri.
In una delle rare occasioni in cui non avevo voglia di correre e, avanzando lentamente, cercavo di godermi il paesaggio.
È stato così che mi sono imbattuta in un Giardino Pantesco, quasi sul ciglio della strada, che non avevo MAI visto.
È stata una sorpresa: faccio da anni quella strada, anche più volte al giorno e non avevo mai visto questa “creatura” così bella e maestosa.

La fretta inganna.
La distrazione è indolente.
La lentezza può generare piacevoli scoperte che ti inducono a qualche riflessione in più.

Ho già raccontato del Jardinu di Pantelleria.
Della maestria con cui è stato pensato e con cui, ancora oggi, viene edificato.
È un simbolo e per quanto la parola “resilienza” mi stia antipatica per quotidiano abuso del termine, in questo caso la trovo calzante.

L’isola è piena di Giardini, di ogni dimensione.
La maggior parte di questi sono circolari (chissà cosa avrebbe potuto scrivere Borges se ne avesse “visto” anche uno solo), soltanto alcuni sono quadrati.
Oggi ho fatto, però, una riflessione che mai prima mi era venuta in mente: noi esseri umani adulti, nel corso della nostra vita, mediamente non siamo capaci ( o non abbiamo avuto l’occasione o l’intenzione) di piantare neanche un albero.
A Pantelleria, da sempre e dentro condizioni avverse, c’è non solo chi li pianta ma chi si prende la briga di proteggerli e nutrirli attraverso vere e proprie fortezze.
Mura spesse che riparano e custodiscono.

L’agrume, all’interno di questa corona di pietra lavica, diventa un prezioso gioiello.
Ne possedessi uno lo regalerei a chi amo.

 
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