Trekking a Pantelleria: una tipica esperienza pantesca
Andare per monti a Pantelleria. Potrebbe sembrare un paradosso parlare di trekking a Pantelleria perché l’associazione isola/mare è immediata, ma molti non sanno che quest’isola, di 83 chilometri quadrati, è anche una specie di paradiso per chi di mare non ne vuol sapere e alle pinne preferisce un bel paio di scarpe e bastoncini da trekking. Infatti l’isola, ancora di più da quando è diventata il primo parco nazionale siciliano, è dotata di una sentieristica fitta e ben segnalata, e anche di un nutrito gruppo di guide escursionistiche che sono state formate dal parco stesso.
Non pensate, quindi, soltanto al tuffo dallo scoglio più alto o all’estate che, stagione calda per eccellenza, ti impone di guardare a questo luogo da un’unica prospettiva, che poi è quella che ti induce a sfilarti i pochi indumenti che hai indosso per immergerti nell’azzurro intenso di qualche caletta.
Pensatela ora, invece, in questo preciso momento, mentre l’autunno fa il suo corso e al mattino la campagna è zuppa di rugiada che sembra abbia appena piovuto. Pensate quei giorni che si aprono con meravigliosi 16° gradi che mano mano che il sentiero si inerpica saranno sospesi fra un diminuire causato dal gradiente e un aumentare prodotto dal solo che sale, per raggiungere poi quei 20° gradi ideali quando sarete giunti in vetta a godervi lo spettacolo di panorami sospesi tra qualche nuvola e scorci di vallate verdi e blu intensi che si mescolano e vi confondono.
Dall’arancione al rosso ruggine, dal verde cupo del sottobosco, a quello più acceso delle foglie più in alto, quelle esposte al sole, questi i colori della terra autunnale.
Se sarà acquazzone, lo sentirete sempre arrivare (per questo nella vostra dotazione di veri camminatori non dovrà mai mancare un giubbotto impermeabile), che arrivi da sud o da nord. Sappiate che si annuncia sempre con uno spettacolo di fulmini e boati, che cominciano a vibrare da lontano per farsi poi più vicini. Questo vi garantirà sempre il tempo necessario per trovare un riparo nei tanti anfratti rocciosi.
Un utile consiglio pratico per chi si cimenterà nel trekking a Pantelleria: se è stata proclamata un’allerta climatica arancione o rossa (per quanto faccia il paio coi colori del tappeto di foglie che calpesterete lungo il cammino) è assolutamente sconsigliato intraprendere alcuni dei sentieri che attraversano l’isola.
Escursioni a Pantelleria: sentieri, itinerari e percorsi da trekking
Il trekking a Pantelleria può essere caratterizzato in egual misura dal passo che incede sul terreno umido, dal lieve inerpicarsi sulla roccia ruvida o dalla passeggiata tra i vigneti. Ma può trattarsi anche di itinerari pregni di cultura. Appena sopra Scauri, per esempio, cominciando il cammino da Costa Zighidi, percorsi i primi cinquanta metri troverete i resti di alcune tombe bizantine, e su un sentiero in lieve pendenza scenderete dentro la conca di Monastero, culla di vigneti e antichi dammusi le cui pietre che costituiscono i muri sono la dimensione del tempo di questa isola. Poi un sentiero in salita, in mezzo a piccoli lecci, vi condurrà fino alla grotta del Bagno Asciutto, con una sosta obbligata per una sauna naturale dalla quale uscire ritemprati.
Infine, tra macchia e boscaglia, arriverete alle Favare, fumarole gassose dalla temperatura di 50 gradi, il cui vapore un tempo veniva fatto condensare su fascine di sarmenti per poi essere convogliato, attraverso una rete di canali artificiali, fino ad alcune vasche nelle quali si abbeveravano gli animali.
Ad ogni modo, prenotare in uno dei nostri dammusi vicino il punto di inizio del percorso scelto aiuterà ad arricchire e completare il carattere pantesco di questa esperienza montana.
Montagna Grande: il luogo che non può mancare nel percorso di trekking a Pantelleria
E poi Montagna Grande, che è il gigante buono di questa isola, la giostra attorno alla quale tutti i venti girano.
È la montagna da “circumnavigare” per chi non teme i sentieri esposti e più faticosi, per chi sa farsi sospingere dal Maestrale senza dargli troppo peso, magari dopo un incontro fortunato al Passo del Vento, a Tikirriki.
La Montagna tra falesie, pinnacoli e costoni, ci accompagna fino alla Grotta dei Briganti per poi scendere giù fino alla antica colata del Gelfiser, col suo surreale paesaggio fatto di profonde fessure, resti di un’antica colata orizzontale che si è fratturata raffreddandosi. Esplorazione questa che, per chi si avventura per la prima volta nel cuore selvaggio dell’isola, va fatta in compagnia di una guida esperta.
Trekking a Pantelleria: idee di itinerari alternativi
Dispieghiamo la fantasia adesso, e in nome di una ricchezza che altrimenti ci sfuggirebbe, con un ultimo sforzo proviamo ad immaginare il Lago di Venere in una frizzante mattinata di primavera: l’aria è sottilissima, non soffia nemmeno vento e il lago è così fermo da sembrare un’iride enorme, parte di un occhio che costituisce uno dei centri energetici dell’isola.
Da lì verso la pianura di Sibá, a serpentina tra lentischi, capperi e il giallo acceso dell’elicriso in fiore.
I colori sono cambiati e si sono animati, a parte qualche quadrato a coltura, il resto è il lilla della sulla, il verde del ficodindia che attende il maturare dei suoi frutti, ma ancora carico di tutta l’acqua dell’inverno.
E un percorso quasi totalmente in piano che conduce fino alla borgata di Bugeber con i suoi cento abitanti e la sua piccola e bianchissima chiesa di Santa Chiara: da qui comincia un percorso tra le lave del Khaggiar. Dal lastricato romano alle postazioni anti aeree della seconda guerra mondiale, ci si muove tra costoni lavici che poco spazio lasciano alla terra, ma in questo poco suolo esplode prepotente tutto il verde che con ostinazione si aggrappa, si insinua, si inerpica e vince.
Colorando di mille sfumature la discesa che conduce all’azzurro di una delle più belle baie dell’isola che è punta Spadillo e al trasparente laghetto delle Ondina, a due passi da essa.
Autunno e primavera sono le stagioni del trekking a Pantelleria. L’estate, invece, è decisamente troppo calda e l’inverno troppo umido e ventoso.